STEP #28: LA SINTESI FINALE

Siamo giunti, con quest’ultimo step, alla fine di questo lungo viaggio alla scoperta del criptoscopio. 

Il nostro viaggio è iniziato un passo indietro rispetto alle origini dello strumento, quando, a partire dalla fine del XIX secolo, Wilhelm Conrad Röntgen fece la sua grande scoperta: i raggi X (STEP#04 2/2). Partendo proprio da questa scoperta, che è stata in grado di rivoluzionare il mondo della scienza e della medicina, abbiamo potuto osservare la nascita della radiologia (STEP#04 1/2), disciplina che si occupa dello studio e delle applicazioni delle radiazioni elettromagnetiche. In campo medico tale disciplina, servendosi delle radiazioni, si è sviluppata al fine di acquisire immagini dell’anatomia interna del corpo umano. E’ in questo contesto (STEP#09 2/2) di innovazione nel campo medico, dove la radiologia si classifica come prima tecnica della diagnostica per immagini (STEP#14), che nasce una sorta di piccola camera oscura a tronco di cono in grado di vedere in tempo reale immagini prodotte dai raggi X su uno schermo fluorescente, il criptoscopio (STEP#16). 


Lo strumento è stato ideato nel gennaio del 1896 dal fisico e professore universitario Enrico Salvioni, di cui abbiamo un primo esempio di modello da lui realizzato risalente al 1925 (STEP#02l). Oltre alla data di invenzione molti sono i numeri (STEP#15), ma anche le parole (STEP#19) riconducibili allo strumento che meglio possono farci comprendere la sua identità. 


In questo percorso alla scoperta del criptoscopio è stato stato però inevitabile il confronto con un apparecchio molto simile, il fluoroscopio, ideato negli stessi anni dall’inventore e imprenditore statunitense Thomas Alva Edison (STEP#09 1/2), di cui troviamo un primo confronto tra i due strumenti nel grafico Ngram (STEP#24). Essenzialmente Edison trasformò la scatola a tronco di cono (STEP#03) in un tronco di piramide, dove lo schermo non era più immerso nel platinocianuro di bario ma nel calciotungstato, migliorando così l’efficienza della risoluzione delle immagini (STEP#08). Non è stato però possibile risalire a quale dei due personaggi sopracitati corrisponda il vero e primo inventore, tuttavia ritroviamo tra i primi costruttori le Officine Galileo (STEP#11) data la presenza di un loro marchio su un modello di criptoscopio (STEP#20) e un primo brevetto dello strumento nel 1932 in Francia da parte dell’azienda C. H. F. Müller (STEP#17). Entrambi gli apparecchi sono però accomunati dallo sfruttamento del fenomeno noto come fluorescenza (STEP#26), secondo cui una sostanza fluorescente, come il platinocianuro di bario, è in grado di emettere luminescenza indotta nel visibile. Ciò permette così di osservare  nella scatola dell’apparecchio l’immagine impressa sullo schermo opportunamente trattato (STEP#5 2/3). Allo stesso modo il funzionamento dei due strumenti è all’incirca il medesimo e prevede due condizioni essenziali per l'uso (STEP#22): il buio e una fonte di raggi X nota con il nome di tubo radiogeno (STEP#05 1/3). Molte ricerche a riguardo sono state rese disponibili in vari libri (STEP#10) come nel caso del libro intitolato “Handbook of X-ray Imaging: Physics and Technology”. 


Nonostante il criptoscopio non sia più in uso ai giorni d’oggi, rimpiazzato dalle nuove tecniche di radiologia digitale (STEP#5 3/3), in questo viaggio abbiamo potuto osservarne la diffusione, diretta e indiretta dello strumento, in vari campi, dal cinema alla fumettistica. Nel cinema (STEP#12), con il film "Marie Curie, un femme sur le front", abbiamo potuto osservare come il cirptoscopio negli anni della guerra abbia avuto un’importanza fondamentale, identificandosi come uno vero e proprio salvatore di vite umane. Se da un lato ha salvato tante vite dall’altro è importante ricordare che ne ha messe altrettante in pericolo, infatti solo in tempi successivi si scoprì la dannosità dell’esposizione alle radiazioni di cui si serve lo strumento, con la conseguente nascita delle prime normative di radioprotezione (STEP#23) e l’inserimento di una segnaletica di sicurezza (STEP#06).


La diffusione del criptoscopio trova inoltre il suo apice nel campo pubblicitario, un esempio ne sono i primi francobolli messi in produzione intorno agli anni ’60 (STEP#18). Ma già nei primi anni del 1900 troviamo diversi tipi figurine pubblicitarie con cui alcune case costruttrici si facevano spazio nel settore, pubblicizzando così i loro nuovi prodotti (STEP#13). Arriviamo poi ai primi anni ’50, quando lo società General Electric ha iniziato a promuovere una serie di fumetti (STEP#21) intitolati “Adventure in Electricity” sempre con lo scopo di divulgare e promuovere nuovi strumenti, tra cui un evoluzione del criptoscopio, sotto forma di simpatiche storie a fumetti adatte a qualsiasi pubblico. 

Rimanendo nel campo della fumettistica ritroviamo il cripotoscipio  in un’altra veste, personificato nel mito moderno (STEP#07 2/2) del supereroe per eccellenza, Superman, che munito della sua vista ai raggi X è in grado di vedere oltre il visibile. E non solo, nel mito antico ritroviamo lo strumento nel dio Helios (STEP#07 1/2), colui che, attraverso la luce solare, come il criptoscopio è in grado di “osservare le cose nascoste” (STEP#01) e svelarne la vera identità. 

 

Attraverso questo breve testo riassuntivo e una mappa concettuale riassuntiva dei punti chiave (STEP#27) ho cercato di illustrare al meglio una visione d’insieme dello strumento, con viaggio partito dalle sue origini e arrivato quasi ai giorni nostri, inserendo in ogni post approfondimenti specifici di ogni tipo, ricchi di informazioni spero interessanti. 

Potrete inoltre trovare tra i post anche qualcosa di un pò più personale, per potermi conoscere un pò di più (STEP#25).

La speranza è di avervi fatto immergere nel mondo del criptoscopio almeno per un secondo. 

Arrivederci!

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